Madonna di Bruges
Autore: Michelangelo Buonarroti
Data: 1503-1505 d.C.
Altezza: 128cm
Materiale: marmo
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La Madonna di Bruges venne realizzata pochi anni dopo la
celeberrima Pietà vaticana (ultimata nel 1499), con la quale dimostra di avere
più di un punto in comune, a partire dalla fisionomia e la posizione della
testa della Vergine, nonché riguardo alla foggia e al trammento della veste. Il
rapporto madre/figlio è qui immaginato con estrema originalità, con la trovata
dinamica di rappresentare il Bambino nell'atto di scivolare dal grembo materno,
aiutato dalla mano sinistra della Vergine. La composizione diventa così animata
dalla posa instabile, con una marcata torsione del corpo del fanciullino.
La raffigurazione della Madonna col Bambino di Bruges
differisce in maniera significativa dalle precedenti rappresentazioni dello
stesso soggetto, che tendevano a raffigurare una pia Vergine nell'atto di
sorridere al proprio figliolo tenuto in grembo.
In quest'opera invece Gesù è in piedi, quasi senza sostegno, tenuto lievemente dal braccio sinistro della madre. Al contempo, lo sguardo di Maria non è rivolto al figlio, ma pare assente e rivolto verso il terreno, come se lei già fosse a conoscenza del destino di Gesù, che ha potuto intravedere nella lettura delle profezie delle Sacre Scritture, alle quali rimanda il libretto chiuso che tiene nella mano destra.
Ciò è sottolineato dal contrasto tra la fredda compostezza di Maria e il dinamismo del Bambino, che tende a proiettarsi verso lo spettatore, caricandosi anche di significati simbolici.
In quest'opera invece Gesù è in piedi, quasi senza sostegno, tenuto lievemente dal braccio sinistro della madre. Al contempo, lo sguardo di Maria non è rivolto al figlio, ma pare assente e rivolto verso il terreno, come se lei già fosse a conoscenza del destino di Gesù, che ha potuto intravedere nella lettura delle profezie delle Sacre Scritture, alle quali rimanda il libretto chiuso che tiene nella mano destra.
Ciò è sottolineato dal contrasto tra la fredda compostezza di Maria e il dinamismo del Bambino, che tende a proiettarsi verso lo spettatore, caricandosi anche di significati simbolici.
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