Gian Lorenzo Bernini
Gian Lorenzo Bernini, nato a Napoli il 7 dicembre 1598, è stato uno scultore, pittore, urbanista, architetto, scenografo.
Bernini è considerato il protagonista dell'arte barocca che con le sue opere conobbe un clamoroso successo e dominò la scena europea per più di un secolo, anche dopo la sua morte (Roma,28 novembre 1680).
“Apollo e Dafne” è un gruppo scultoreo a
tutto tondo in marmo (alto cm 243)
realizzato dall’architetto, pittore e
scultore napoletano Gian Lorenzo Bernini
tra il 1622 e il 1625. L’opera, commissionata
per la sua villa dal cardinale Scipione Borghese –
avido collezionista, nipote di Papa Paolo V –
è da sempre sita presso la Galleria Borghese a Roma.
Ad essere rappresentato ed immortalato nel tempo è un soggetto tratto dalle Metamorfosi di Ovidio, colto nell’attimo di maggior pathos
e intensità emotiva.
ENEA, ANCHISE E ASCANIO é un gruppo scultoreo eseguito da Gian Lorenzo Bernini tra il 1618 e il 1619, conservato nella Galleria Borghese a Roma.
Il soggetto è tratto dall'Eneide di Virgilio e riguarda la fuga da Troia in fiamme. Enea ha sulle spalle il vecchio padre Anchise ed è seguito dal figlioletto Ascanio.
La diversa età dei tre protagonisti ha dato occasione all'artista di esibire il suo virtuosismo tecnico nella resa della pelle dei tre soggetti: vellutata e morbida del bambino, vigorosa e turgida di Enea, molle e raggrinzita di Anchise.
IL Manierismo :
L’armonia dell’arte rinascimentale, con la regolarità geometrica delle forme, i colori limpidi e chiari, la rappresentazione dello spazio precisa e lineare, viene completamente abbandonata dagli artisti manieristi. Osservando le opere di Pontormo, Rosso Fiorentino e Parmigianino si rimane confusi e sorpresi: lo spazio è strano, le figure si allungano e si contorcono come impegnate in uno sforzo misterioso, i colori sono brillanti e violenti, i volti diventano minacciosi. Questa apparente confusione è il sintomo di una crisi artistica che si sviluppa per tutto il Cinquecento
Con il termine manierismo si indica un periodo storico artistico molto lungo, tanto che questa espressione serve a volte per significare in modo generico l’arte di tutto il Cinquecento. La definizione maniera venne impiegata per la prima volta dal biografo Giorgio Vasari nelle sue Vite (1550) con il significato di stile. Vasari, che aveva scritto il primo manuale di storia dell’arte moderna, pensava che l’arte moderna fosse iniziata con Giotto e da allora fosse gradualmente migliorata raggiungendo la perfezione con i grandi maestri del Rinascimento: Leonardo, Raffaello e soprattutto Michelangelo.Poiché con costoro l’arte era giunta al massimo livello, secondo Vasari per gli artisti successivi non c’era speranza di migliorare ancora: a essi non restava altra alternativa che quella di imitare i grandi geni passati, in quanto nelle loro opere era dato già trovare ogni perfezione. È così che si arriva al manierismo, ovvero a uno stile che imita lo stile di altri.
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