martedì 16 maggio 2017

BERNINI LE COLONNE TORTILI E PIAZZA SAN PIETRO

BERNINI


COLONNE TORTILI



Le caratteristiche colonne tortili, alte 11 metri, sono composte di tre rocchi ciascuna, a cui si aggiungono i capitelli compositi e gli alti basamenti in pietra, su cui sono raffigurate le fasi di un parto tramite le espressioni di un volto femminile, all'interno dello stemma papale di Papa Urbano VIII Barberini. 
Le colonne sono congiunte alla trabeazione attraverso quattro dadi di matrice brunelleschiana, che conferiscono al monumentale baldacchino un aspetto più slanciato, ispirando un senso di grande leggerezza. 
Sono inoltre tortili, ad imitazione e richiamo della pergula della vecchia basilica di San Pietro. Sono attraversate da elementi naturalistici bronzei come tralci di lauro, lucertole ed api, che fanno parte dello stemma della famiglia papale dei Barberini e che si trovano anche nei basamenti marmorei. 
Questi quattro pilastri sono collegati da una trabeazione concava tipica del Barocco. L'elica scultorea formata dalle colonne tortili suggerisce un movimento ascendente che va dal basso verso l'alto in direzione della cupola di Michelangelo. 
Per la parte superiore fu adottata la struttura a dorso di delfino, al fine di alleggerirne l'aspetto, e si aggiunsero statue disegnate da Francesco Borromini raffiguranti angeli e putti che reggono festoni, mentre i drappi sotto la trabeazione sono in movimento come mossi dal vento. 
A sottolineare la commissione di un papa afferente alla famiglia Barberini, il Bernini pose su uno dei lati del baldacchino un putto che alza al cielo un enorme corpo d'ape rovesciato; in cima fu collocato il globo con la croce; le statue sono animate in senso barocco e sono impreziosite cromaticamente, come il resto dell'opera, dall'uso della doratura.





PIAZZA SAN PIETRO

Piazza San Pietro, antistante la Basilica di San Pietro, è stata realizzata tra il 1660 e il 1667 da Gian Lorenzo Bernini  per volontà del papa umanista Alessandro VII. Il progetto di Bernini per Piazza San Pietro era stato presentato in forma definitiva nel 1657.
L’intervento doveva risolvere un duplice problema: aprire la basilica alla città, dotandola di un ingresso grandioso, e correggere gli effetti negativi del progetto realizzato, all’inizio del ‘600, da Carlo Maderno. 
Questi, infatti, aveva portato a compimento la Basilica di San Pietro, sviluppandone però eccessivamente la facciata nel senso della larghezza; di conseguenza la stessa cupola progettata da Michelangelo appariva ridimensionata.

Bernini ideò una duplice piazza, formata dall’accostamento di un trapezio e di una figura simile all’ellisse.
La prima piazza, antistante la basilica, ha il compito di avvicinare, nella percezione dello spettatore, la facciata. È definita lateralmente da due edifici continui.
La seconda, la piazza vera e propria, consente ai visitatori di collocarsi alla giusta distanza per ammirare la cupola in tutta la sua maestà. Lo spazio ellittico è circondato da un doppio colonnato formato da quattro file di maestose colonne di ordine tuscanico, per un totale di 284 colonne e 88 pilastri. In alto, il colonnato si conclude con una grande balaustra, adornata da 140 statue.
Al centro si eleva un antico obelisco egizio. Lo spazio trapezoidale sfrutta un principio prospettico: le ali laterali, divergenti, vengono percepite come parallele dall’osservatore, dando alla piazza maggior respiro e maggior imponenza alla basilica stessa. La forma ellittica ben si adatta all’architettura barocca: avendo due centri, essa dà origine a composizioni complesse e impone un continuo movimento dell’occhio, facendo percepire uno spazio dinamico, non stabile.
I centri dei cerchi, da cui ha origine la forma ellittica, sono segnati a terra da due dischi: solo da questa posizione, e con lo sguardo perfettamente orientato all’emiciclo porticato, questo apparirà come composto da un’unica fila di colonne; le tre file interne, infatti, sono disposte in andamento radiale e quindi nascoste allo sguardo. Percorrendo lo spazio ellittico si percepisce un effetto di forme e di ritmi mutevoli: oltre questo si coglie nella sua maestà la Basilica di San Pietro, avvicinata illusoriamente grazie a un inganno percettivo. In tal modo Bernini ha creato effetti visivi in grado di produrre meraviglia: percorrendo Piazza San Pietro, e non restando immobili ad ammirarla, la si valorizza, come succede per ogni opera barocca. Il progetto per Piazza San Pietro, inoltre, doveva celebrare la grandiosità della Chiesa di Roma; per questo l’architetto Bernini vi ha attribuito un significato simbolico: Piazza San Pietro, vista dall’alto, sembra abbracciare la folla dei fedeli provenienti da tutto il mondo che qui si riuniscono per ascoltare la parole del papa.

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